Recensione "Vesuvius" di Marisa Ranieri Panetta
Ho da poco terminato la lettura di questo romanzo, adocchiato sugli scaffali della libreria ben due anni ed entrato in mio possesso lo scorso anno; chi mi segue da un po' sa bene quanto io sia lenta a completare i volumi per via dei miei impegni e questo libro non ha, purtroppo, fatto eccezione.
La scelta di leggerlo era pressoché doverosa: non solo si tratta di un romanzo storico (la mia grande passione!), ma è un romanzo ambientato nell'antica Roma (e qui, i miei followers più datati non si stupiranno di certo...) e avente come tema principale la tragedia di Pompei del 79 d.C.
Ho iniziato ad interessarmi a Pompei da bambina, quando mi fu regalato un libro sui vulcani e le eruzioni più disastrose della Storia. Non avevo dei gusti propriamente infantili, lo riconosco, e già all'epoca nutrivo un forte interesse per le enormi tragedie, vedi l'epidemia di peste del 1347-48 e le devastazioni portate dai terremoti, il che mi ha senz'altro portato ad intraprendere un percorso di studi prettamente storico. Da quel momento la storia di Pompei mi ha affascinato. Non ho mai smesso di pensare a ciò che si è nascosto per anni, per secoli sotto i sedimenti, celato alla vista e alla vita. Ma torniamo al libro.
Fresca della lettura del libro di Alberto Angela "I tre giorni di Pompei", mi sono procurata il romanzo della Ranieri Panetta ad inizio 2015, ma mi ci è voluto del tempo per cominciarlo. La trama è relativamente semplice, basata sulle vicende della giovane matrona Flavia, una ragazza costretta dalla famiglia ad un matrimonio di convenienza con un uomo molto più vecchio - ma molto ricco. Flavia maturerà nel proprio percorso di donna conoscendo la passione, l'amore e - con sua sorpresa - il rispetto per quell'uomo più anziano che prima ripugnava. Sullo sfondo si alternano le vicende di Pompei, il guazzabuglio delle sue strade e delle sue attività commerciali, le storie degli altri personaggi presi dalle proprie vicissitudini famigliari e personali. Un passato vivace, ricco di brio e vita, su cui fa capolino l'ombra del Vesuvio, ritenuto da tutti - all'epoca - un semplice monte.
La vicenda copre un lungo lasso di tempo, partendo dalla gioventù di Flavia sotto il regno di Nerone siano all'81 d.C, con la morte dell'imperatore Tito. L'autrice approfondisce molti aspetti della vita quotidiana di allora, come i ritmi giornalieri e le strutture sociali, utilizzando un linguaggio molto fluido e per nulla accademico, rendendo così il libro alla portata di tutti.
I nostri personaggi si muovono tra Roma, i bellissimi paesaggi della Campania, Rieti e la Spagna romana, portando noi lettori a conoscere un mondo ormai scomparso, un mondo assai simile al nostro. La tragedia dell'eruzione porrà fine a tutto ciò, seppellendo le vite, i sogni e le speranze di chi non riuscì, non poté, o non volle scappare. Le vite dei nostri personaggi saranno segnati da essa in maniera indelebile, chi più dolorosamente e chi meno.
Un romanzo senza dubbio piacevole e di facile lettura, se non fosse per il finale un po' frettoloso, che lascia presupporre un seguito, e i dialoghi talvolta banali, come spesso purtroppo accade nei romanzi ambientati nell'antica Roma. Questo tuttavia non toglie il lustro alla rappresentazione storica della Ranieri Panetta, che dimostra di aver studiato nei dettagli ciò che racconta e descrive.
Voto: 7/10
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