Recensione del romanzo "L'arciere del re" di Bernard Cornwell
Chi è appassionato di romanzi storici conoscerà sicuramente Bernard Cornwell, profilico autore anglosassone dalla penna facile e direi immediata. Ho letto due dei suoi romanzi, e ne sono rimasta completamente affascinata: sto parlando de "L'arciere del re" e del "Cavaliere nero". Mi manca purtroppo il terzo volume di questa saga dedicata alla ricerca del santo Graal, cioè "La spada e il calice", ma vedrò di procurarmelo.
Si tratta di una saga appunto, che vede come protagonista l'arciere Thomas di Hookton nel primo periodo noto come "guerra dei Cent'anni" (1342-1346). Thomas parte dall'Inghilterra per approdare in Francia combattendo come arciere per vendicare la morte del padre ma, soprattutto, la depredazione della lancia di san Giorgio custodita nel tetto della chiesa del suo villaggio natio, di cui il padre era prete (sì, Thomas era figlio illegittimo). A capo di questa spedizione francese c'è un personaggio misterioso, di nome Harlequin.
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Da qui parte una nuova avventura per Thomas, che si porterà al seguito la moglie francese Leonore. Sopravviverà al massacro di Crécy, ma non tutti saranno fortunati come lui: il suo capitano, William Skeat, riceverà un brutto fendente alla testa poco dopo esser stato nominato Sir.
Il secondo libro è incentrato sulle vicende di Thomas a proposito del santo Graal e della sua ricerca, e presenta la belle Leonore incinta del nostro eroe.
Personalmente, il primo libro mi è piaciuto tantissimo. L'ho letto in pochissimi giorni nonostante le numerose pagine (la mia edizione ne conta quasi 400), e mi ha appassionato soprattutto per la perfetta ricostruzione storica della battaglia di Crécy. Cornwell non ha lesinato i particolari anche più macabri, come gli stupri sulle donne e gli aspetti più sanguinolenti della guerra. Lo consiglierei però ad un pubblico non troppo sensibile a certi aspetti, non necessariamente solo maschile, tuttavia.
Voto: 8/10
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